Della mia dolce Armenia - Mostra fotografica, conferenza e concerto - Dicembre 2019
Con Della mia dolce Armenia D.I.M.A. ha dato vita a una serie di eventi nei quali, mantenendo la centralità della musica, si intreccia alla storia, alla poesia e alla letteratura che hanno contribuito a ispirarla. In una visione umana più profonda e consapevole il linguaggio della musica e delle immagini unito al racconto, diventano chiave di lettura viva della stessa musica e di storie vicine e lontane che aiutano a capire il mondo in cui viviamo.
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Mostra fotografica, a cura di Andrea Ulivi. Inaugurazione sabato 7 dicembre ore 16.30, Casa Petrarca.
Una serie di immagini in bianco e nero, quelle di Andrea Ulivi, che hanno come tema l’Armenia. La mostra comprende circa quaranta fotografie scattate dal 2009 al 2014. Il suo obiettivo è di indagare quei luoghi e offrirsi all’anima di quel popolo. Due i grandi temi toccati: la vita di un popolo antichissimo e i luoghi a questo popolo sacri, i luoghi che hanno costituito la sua identità, la sua armenità, la sua spiritualità: “Fotografare i luoghi affinché questi stessi luoghi non ci dimentichino. Non fotografo i luoghi per ricordarli, ma per essere; perché questi luoghi non ci dimentichino, là dove lasciamo le nostre tracce come in un deserto”.
L’evento ha coinvolto anche gli alunni del Liceo Scientifico Statale “F. Redi” di Arezzo in un progetto di alternanza scuola-lavoro: i giovani studenti infatti, a seguito di un’approfondita formazione,sono state le guide della mostra fotografica.
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Conferenza e introduzione al concerto, a cura di Carlo Coppola ore 17.30, Casa Petrarca.
Dottore di Ricerca in Italianistica presso l'Università di Bari, si occupa di Storia della Diaspora Armena in Italia dal Medioevo al Genocidio del 1915. Con il Centro Studi "Hrand Nazariantz" che presiede tiene abitualmente presentazioni e conferenze sulla cultura armena antica e contemporanea. Principali pubblicazioni: Hrand Nazantz: tracce di una doverosa biografia (2012), Profughi armeni a Bari tra istituzioni filantropiche e Chiesa cattolica nella crisi degli anni Trenta (2014) l'edizione critica di Nella terra del terrore il Martirio dell'Armenia di Henri Barby (2016). Il 3 settembre 2018 il Presidente della Repubblica di Armenia Armen Sarkissian gli ha concesso la Cittadinanza della Repubblica di Armenia. Approfondirà e contestualizzerà la figura di Komitas non solo come musicista, intellettuale ed etnomusicologo ma anche da una prospettiva storico-sociale.
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Concerto
Un viaggio musicale nella cultura armena alla scoperta del repertorio per voce e pianoforte di Komitas. Un concerto per festeggiare il 150esimo anniversario dalla nascita del compositore proponendo una scelta rappresentativa dell’opera laica. Padre Komitas, emblema della cultura armena ma figura sconosciuta al mondo occidentale, svolse un lavoro etnomusicologico importantissimo tramandando la musica popolare attraverso una serie di registrazioni e trascrizioni realizzate da lui stesso. Raccolse un patrimonio immenso che comprendeva canti legati alla coltivazione dei campi, canti patriottici, canti d’amore, canti rituali per nozze, danze e anche ninna nanne.
Agnessa Gyurdzhyan soprano e Lilit Khachatryan pianista, entrambe di origine armena, conducono il pubblico in questo affascinante viaggio nella musica di Komitas.
Progetto Incontro 2018 - 2019
Progetto multimediale sul racconto e l´ascolto con il sostegno della Regione Toscana
Un proverbio africano del Mali recita: “Quando muore un anziano è come se bruciasse una biblioteca”. E’ vero, ascoltare un vecchio parlare è come leggere un libro.
Gli anziani sono coloro che ci portano la storia, che ci portano la dottrina, che ci portano la fede e ce la danno in eredità. Sono coloro sui quali possiamo strutturare un futuro senza ripartire ogni volta da zero.
Dalla proposta del Comune di Bucine in Provincia di Arezzo in collaborazione con l’Associazione D.I.M.A. di Arezzo, si sta sviluppando il progetto INCONTRO .
L’idea è creare dentro la casa di Riposo di Bucine, l’ambiente e il clima dove creare l’occasione di un nuovo incontro, in cui il passaggio della memoria si materializzi nella dimensione del racconto da immortalare in un prodotto fatto di immagini e suoni.
Memorizzare ed elaborare il passaggio della memoria nel momento in cui avviene, in un clima di condivisione empatica, aiuta a vivere meglio il presente e permette alle nuove generazioni di progettare con più consapevolezza il futuro in un clima di ascolto e riflessione spesso negato dallo stile di vita dei nostri giorni.
Un diario multimediale dove l’io di un anziano che racconta, si confronta con l’io di un giovane che si prepara alla vita. Uno slancio di generosità e di amore che è alla base del passaggio della conoscenza tra una generazione e l’altra.
I due elementi, visivo e sonoro, collaborano in simbiosi a creare un nuovo genere multimediale che solleciti e crei forte empatia con chi ascolta e chi osserva.
Per questo la ricerca sonora e musicale deve camminare di pari passo al percorso legato all’elaborazione dell’immagine, suggerendo e non obbligando a un percorso e una modalità di ascolto attivo, stimolando e non dando soluzioni.
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Credits:
Giorgio Albiani, direzione artistica, mediazione durante l’incontro, musica
Serena Meloni, direzione dell’orchestra, mediazione durante l’incontro
Valentina Morricone, riprese e montaggio video
Roberto Rossi, tecnico audio/video
Gilberto Russo, organizzazione generale
Il Conservatorio di Cesena ha messo a disposizione lo studio multimediale e spazi
di proiezione.
Un opuscolo accompaga il DVD che racconta la storia e il percorso del progetto.
Srebrenica Wave Festival 2016
Dal 30 luglio al 9 agosto 2016 Serena Meloni delle Associazioni Culturali DIMA e IUBAL di Arezzo è stata in Bosnia a Srebrenica con i ragazzi della rete europea BetNet per partecipare al Festival Srebrenica Wave 2016. Nell'occasione è stata invitata a tenere un laboratorio di orchestra di chitarre con i giovani musicisti dell'Accademia "Superar Srebrenica", provenienti da varie zone del territorio intorno alla cittadina. Una mattinata densa di musica e sorrisi con un gruppo di sei ragazzi tra i 12 e i 15 anni a cui si sono aggiunti i giovani europei giunti a Srebrenica per il festival: oltre agli italiani anche spagnoli, francesi e gli olandesi della rock band Cold Fuse. Tutti insieme a suonare e cantare musica popolare balcanica e italiana. Sabato 6 agosto, infine, l'esecuzione finale al Centro Giovani della città a cui è seguito il concerto da solista della musicista aretina.
Un primo passo per altre occasioni di incontro e scambio future tra le nostre realtà e quella bosniaca.